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mercoledì 20 ottobre 2010

Io mi chiamo Andrea, ho 55 anni, e sono un pastore sardo

Io mi chiamo Andrea, ho 55 anni e sono un pastore sardo. Allevatore ovi-caprino per l’esattezza. Vivo a Mara con la mia famiglia, una moglie bellissima e tre figli, uno più vivace e disgraziato dell’altro. Ho un gregge di 85 pecore e ogni mattina mi sveglio alle cinque per pascolarle e sistemare l’ovile. La sera rientro tardi, in questo periodo, d’inverno, la luce ci abbandona prima e devo fare tutto di fretta, ma prima delle sette e mezza non metto piede in soggiorno. Il mio lavoro, comunque non mi abbandona mai, che sia domenica o che sia Natale o Capodanno, le bestie devono mangiare. Francamente la cosa non mi dispiace, rispetto i miei animali, mi permettono di sopravvivere e in qualche modo di tirare avanti. Spesso mi porto i miei figli, anche se il lavoro che faccio, a loro, poco interessa. Studiano tutti e il più grande fa medicina veterinaria a Bologna, non lo vedo che saranno passati ormai tre mesi. Il medio è appena ventenne, dice che vuol fare il filosofo, spero si guadagni bene a fare il filosofo, per ora so solo che quando non legge o studia certi manuali, mattoni in carta, lo trovo davanti alla televisione che gioca alla playstation.

Amo la mia famiglia. Li vedo pochissimo, tutti, moglie compresa. Mia moglie mi adora, nonostante tutto. Nonostante a volte io puzzi in maniera insopportabile. Nonostante non ci sia mai, nonostante spesso sia costretto ad alzare la voce perchè non capisco nè lei, nè i miei figli. Nonostante non mi accorga quando si tagli i capelli per apparire più soave di quanto già sia. Nonostante non apprezzi i vestiti che si compri per apparire più elegante di quanto già sia. Ah! Che ne so io di vestiti? di capelli? conosco appena appena la lana che toso alle mie belve.

Amo la mia famiglia e non sopporto l’idea che non possa vivere nella dignità di una famiglia normale. Lavoro dodici ore al giorno, 365 giorni all’anno affinchè mia moglie non debba vergognarsi di uscire di casa perchè non ha un abito che le piace e affinché i miei figli possano studiare e vivere il loro tempo e i loro divertimenti in totale serenità.

Che cosa ho io in meno di un impiegato di banca, di un direttore di banca? Il direttore di banca produce forse latte da bere, formaggio da mangiare? il direttore di banca produce debiti eppure la comunità lo apprezza più di quanto apprezzi me che mi preoccupo di sfamarla.Il mercato del latte è diventato impossibile, 25 anni fa un litro di latte ce lo pagavano 1.320 lire. Oggi ci danno appena 55/60 centesimi, l’equivalente di 1.100 lire. In 25 anni quanto è aumentato il costo della vita? si è almeno triplicato, e il valore che danno al nostro lavoro è diventato un quarto, è qualcosa di raccapricciante. E poi ci chiedono di collaborare, di avere fiducia nel futuro. Ma quale futuro? Quello che non riusciamo a dare neppure a chi abbiamo concepito? Già, perchè se continua così io sarò costretto a far rientrare mio figlio da Bologna, sarò costretto a interrompere i suoi studi.

Lavoro dodici ore al giorno, 365 giorni all’anno e se non accetto quel prezzo imposto dai grandi acquirenti (quelli che poi, magari vanno in Romania a trasformare, a quattro soldi di salari, e ci ricaricano il 500%) e dalla fantasmagorica Unione Europea, posso anche morire di fame. Ma la vita di un uomo si misura in qualcosa di più di un pezzo di pane.

Io mi chiamo Andrea, ho 55 anni, quattro bocche da sfamare, 85 pecore da pascolare, e nonostante tutto mi sono svegliato alle 4 per venire ad un sit in davanti alla Regione Sardegna. Non disprezzo chi mi governa, voglio solo che rispettino la costituzione e i diritti al lavoro e ad una vita dignitosa. Chiedo solo quello e lo faccio pacificamente. A gran voce, ma pacificamente. Ogni tanto sento i miei figli che mi dicono di stare attento. Chiedo a Luca, il più piccolo, com’è andata al liceo. Poi sento Dario, gli dico di guardare le news e di lasciar perdere i videogiochi, ma so che non lo farà. Luigi non lo sento, è in laboratorio tutto il giorno, lo chiamerò stanotte penso. Ma stanotte è già arrivata. Dal lato destro del corteo qualcuno che non conosco, qualcuno che non riconosco, ha lanciato una bottiglia contro una vetrata. Chi è? continuo a chiedermi impaziente, chi è??

Ma non ho il tempo di rispondere. In preda allo stress, al nervoso, alla stanchezza, attaccano anche i miei amici e colleghi. Bottiglie, una, due, tre, finchè non si sentono gli scarponi degli sbirri marciare verso di noi. E poi uno sparo, un altro, sono lacrimogeni. Qualcuno è ad altezza uomo. Mi guardo intorno, guardo chi è con noi per capire come finirà. Nessun politico. Siamo spacciati. Non c’è neppure iRS, o almeno nessuno dei suoi uomini di spicco, qualche sparuta presenza di Sardigna Natzione. La marcia si fa più fitta e i manganelli si alzano.

Io mi chiamo Andrea, ho 55 anni, sono un pastore sardo. Ho una moglie e tre figli da sfamare, 85 pecore da pascolare, lavoro dodici ore al giorno, 365 giorni all’anno e ho un braccio spezzato. Sento le sirene dei carabinieri che hanno arrestato altri 14 padri di famiglia. Sento le sirene dell’ambulanza che mi sta portando via. Mentre mi caricano in lettiga, sento anche un ragazzo in divisa ridere e dire che lui ha colpito dove capitava, che problemi non se n’era posti, che aveva anche calpestato con gusto una donna inciampata mentre scappava.

Lo guardo senza odio. Sorrido pensando che ha l’età di mio figlio, l’età di Dario. Dovresti essere a giocare alla playstation, penso. Ma forse, in fondo, tu credi che sia la stessa cosa.



(ATTENZIONE: questo è un racconto fantastico. Raccoglie le testimonianze di una notte passata a parlare con i pastori del sit in davanti alla Regione Sardegna, in un unico personaggio immaginario. I fatti di cronaca sono veri, il contorno seppur verosimile, è frutto di fantasia)

9 commenti:

  1. bellissimo e tristissimo brano! solidarietà ai pastori sardi che lottano per la loro sopravvivenza! loro sono la storia della nostra isola

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  2. 35 pecore e lavori 12 0re al giorno? per non parlare di tutto il resto! per carita'! vaffanculo, sciacallo!

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  3. come hai avuto questo testo? perchè è stato pubblicato da te?

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  4. dal lato umano son solidale conte...dal lato pratico direi che ve la siete cercata...avete creduto al messia...be...ora il messia berlusconi ...ride

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  5. Bellissimo testo ma direi che è decisamente fuorviante riguardo la figura delle forze dell'ordine. non ti sei chiesto se qualche poliziotto giovane non fosse lì per lavoro, magari con padre o fratello in mezzo agli scioperanti. e se non fosse un ragazzino impaurito che sapeva come qlss manifestazione posa finir male. un ragazzino che ha visto una bottiglia sfiorargli la testa. che fai, lo condanni per essersi difeso?

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  6. Penso che questa manifestazione sia nata con l'idea pacifica di porre fine a questa situazione disperata dei pastori e che gli sia sfuggita di mano. Non giustifico nè certi pastori che hanno creato questa "guerriglia" nè i poliziotti che hanno attaccato indistintamente uomo e donna e sparando lacrimogeni ad altezza d'uomo pur sapendo che erano presenti bambini. Ormai siamo in una situazione drastica ma non solo nel campo pastorizio e agricolo ma in tutti i campi. Io lavoro nell'azienda tipografica di mio padre e la crisi ha colpito pure il nostro settore, ogni giorno in Italia chiudono sempre più aziende e sono anni che ci ripetiamo che presto la crisi finirà ma di anno in anno è sempre peggio. Bisogna prendere decisioni immediate per porre fine a questa crisi i tagli che stanno facendo in questo periodo sono a mio avviso indecenti (tagli alla cultura in primis e a quanto pare persino tagli agli enti pubblici) sarebbe molto più sensato tagliare gli stipendi dei 630 deputati e dei 315 senatori e persino dei raccomandati e della gente incompetente che campa in tutti i settori dalla medicina ai campi dell'istruzione.

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  7. Ragazzi una precisazione importante, pensavo sinceramente di non doverla fare, ma mi rendo conto che qualcuno possa essere fuorviato. Questo è un racconto di fantasia, l'altra notte ho avuto modo di parlare con diversi pastori presenti al sit in davanti alla Regione e ne ho voluto mettere i fatti di CRONACA VERA e le sensazioni umane molto dolorose e sofferte che ho sentito, ovvero la fatica di persone che lavorano onestamente e vengono trattate come criminali, in un personaggio immaginario. Il numero di pecore, le ore di lavoro, i particolari personali, sono frutto di fantasia e rappresentano invenzione letteraria (con questo rispondo giustamente ad un anonimo).
    Avrei potuto fare le solite considerazioni, il solito comunicatino, il solito articoletto da blog. Ma non avrei reso le emozioni che ho provato e la sensazione di disgusto verso il nostro stato che mi è salita addosso.
    Per correttezza correggo la nota aggiungendo la precisazione e visto che un addetto ai lavori mi ha corretto, modificherò anche il numero di pecore :-)

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  8. Senza parole!!!! sì è corretto affermare che la testimonianza "di fantasia" è triste..., ma penso lo sia per la sua pochezza di contenuti!!! Appiattisce tutte le argomentazioni oggetto delle contestazioni leggittime e non si infila nei soliti canali "pseudopolitici" che non concepisco assolutamente!!! E, cosa ancora più grave, genera confusione e degenera...

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  9. non ti faccio nemmeno un complimento, ce ne sono già tanti.....
    però. io ci ho perso del tempo ad escogitare una verosiile trama di vita vissuta per cui il pastore di cui, non fosse diventato un padre padrone ma un andrea, colto, graficamente disinvolto, socialmente ben contornato, self umoristico (che, in fondo, un braccio solo....) col poliziotto compagno di giochi del suo bimbo,che, vabè, più o meno scherzava, lui, (in effetti fa un sacco ridere farsi rompere un osso.... ma i veri pastori veri eroi? io avrei strillato parolacce da carcere duro per l'eternità) stilisticamente fascinoso e tanti ecc....
    dubbio intanto rosicchiava.....
    poi dubitiamo del dubbio, ecc
    possibile che?
    possibile
    ma va bene, ti dirò 'BRAVO !' lo stesso
    (però, per favore, please, richiesta umile... la prossima volta che ti viene in mente di tirare un tiro simile, prima, mi mandi una mail segretissima, solo a me che non lo dico a nessuno?)
    un bacino
    r.

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