Mentre una nube scura collide
con la luna piena e la sua luce
emerge come un volto nascosto
dietro una rete alta e spessa
dietro le sbarre fitte di una galera
invisibili e sovrani di te ascolto
i gemiti dell’anima e continuo io
fuori tema e infantile, a rigurgitare
pensieri scontati, vestiti di nuovo.
Godi maledetta principessa del male,
comunichi e doni come un’artista
di strada o di affollatissima autostrada
i tuoi paradisi di piacere nella forma
di un bicchiere rovesciato e distratto
di sangue denso, dannato e infernale.
Il parco diviene universo e i giardini
hanno alberi infuriati dal vento tremante
che sospira dall’infinito circostante
come se tutto divenisse troppo minuto
per sopportare la portata della nostra
incomprensibile, innovativa, creativa,
impazzita e inaccessibile banalità...
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