Ho saputo di te da un ritaglio di giornale
uno di quelli ingialliti che butti in un angolo
e che dopo un po’ di tempo mentre riordini
ritrovi come fosse un cimelio di Roma antica
Sulla testata ho letto acido lo slogan impetuoso
un sottotitolo di rabbia e di tremendo scostarsi
eppure ho deciso di leggerti paziente e curioso
e di ascoltare il secondo suono di ogni tua parola
Ho riempito le pause e le punteggiature di senso
ho dato interpretazione fiera della dolcezza nascosta
che contenevi senza riuscire davvero a contenerti
Un giorno non ho compreso una parola di troppo
e ho pianto come un bimbo che si trova da solo
una lacrima è un fiume che porta con sé l’inchiostro.
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